(Translates from the italian only!)

sabato 23 marzo 2013

    Torre Mordillo 1967



di Roger G. Edwards
Curatore Associato della
Sezione Mediterranea
EXPEDITION, WINTER 1969



  Gli scavi a Torre Mordillo in Calabria nel Sud Italia sono stati effettuati nel mese di settembre e di ottobre del 1967, con un’operazione congiunta del Museo dell’Università e la Soprintendenza alle Antichità della Calabria. Non essendo i primi scavi effettuati qui (Spedizione 9, 1967), quelli del 1967 sono stati svolti soprattutto con il pensiero di ulteriori test per vedere se il sito potrebbe essere quello dell’antica Thurii, una famosa colonia inviata dalla Grecia nel 440 del 5° secolo a.C. sotto gli auspici di Pericle di Atene. Il lavoro precedente aveva suggerito che il periodo di occupazione di Torre Mordillo effettivamente rientrava in quello di Thurii. La precedente occupazione al momento della fondazione della città fu, è vero, altresì attestata risalente intorno al 1000 a.C., ma questa non poteva essere considerata una obiezione insormontabile in quanto i coloni potrebbero aver scelto un sito come questo, occupato in precedenza, vantaggiosamente posizionato, per la loro città. Sarebbe stato nell’antichità un sito privilegiato nella zona, sia per il commercio con l’interno che per la difesa: una collina grande, lunga e larga, con tre lati a picco sulla confluenza di due fiumi, il moderno Coscile e l’Esaro, in uno dei principali punti di ingresso della regione montuosa retrostante alla orientale piana di Sibari.
  Due obiettibi motivati ci siamo prefissati nel posizionamento delle trincee sul piano del sito, l’uno per ottenere un’idea della natura del tracciato della città di Torre Mordillo, l’altro per stabilire la data delle mura della città, che già sapevamo essere presenti, circondanti i bordi della collina. Le nostre fonti antiche per Thurii ci hanno detto che gli sforzi iniziali dei coloni nel 5° secolo sono stati diretti verso la disposizione generale della città, chiaramente su una pianta a griglia, e all’erezione del suo sistema difensivo di mura. Quello che abbiamo in realtà trovato nella nostra stagione (di scavo) di otto settimane non è stato ciò che avevamo sperato. È raro in archeologia. Quello che abbiamo di fatto trovato era diverso. Può darsi che nel nostro sito noi abbiamo qualcosa che ha qualche connessione con Thurii, e in questa prospettiva il sito potrebbe essere molto degno di uno scavo molto più completo.
  La seguente tavola composita fornisce alcune delle indicazioni della storia e il carattere del sito di Torre Mordillo. Tuttavia, pochi dei pezzi illustrati provengono da depositi stratificati, per motivi che diventeranno chiari. Sapevamo già da precedenti lavori effettuati qui che il sito era occupato già nei primi anni del I millennio a.C. Alcuni pezzi trovati nel 1967 hanno spinto provvisoriamente il pensiero che il sito potrebbe essere stato occupato anche prima, ma questo aspetto richiederà ulteriore studio ed informazione. In ogni caso, siamo su un terreno solido per vedere l’indicazione della frequentazione del sito nel 8° secolo a.C. in una fibula in bronzo di grandi dimensioni (1) e, probabilmente, nel 7° in due frammenti di ceramica (2 e 3), entrambi di ceramiche a fondo bianco, il primo con decorazione a bande di colore nero, il secondo, parte di un piatto, decorato in nero e rosso e con aggiunta decorazione di una serpentina appliqué. Tutti questi sono chiaramente correlati alla frequentazione indigena del sito. I successivi tre suggeriscono che il sito negli ultimi anni del 7° secolo stava quantomeno entrando in contatto con i greci, se non addirittura abitato da loro. La testa di un cavallo (4) in tessuto di ceramica, forse una volta provvisto di un occhio inserto in pasta vitrea, è riconducibile alla tradizione greca di quei giorni. Tracce del fissaggio della mano del cavaliere sono visibili sul collo. Un frammento di una ciotola per bere (5), una κυλιξ (kylix) Ionica, è di tipo greco, del terzo quarto del 6° secolo. Una testa di una statuetta femminile (6), di lavorazione e carattere distintivo, deve essere collocata nello stesso periodo o forse un po’ prima. La sua qualità invita la speculazione secondo la quale può essere un prodotto della ricca e sfuggente Sibari che fiorì in quei tempi nell’adiacente pianura. Negli ultimi anni del 6° secolo, forse ancora durante l’esistenza di Sibari, che fu distrutta nel 510 a.C., ci sono prove che un edificio di pretesa architettonica, probabilmente un tempio, fu eretto sul sito. Frammenti di due diversi tipi di guaina architettonica in terracotta, placche di rivestimento, (7 e 8), senza dubbio per un edificio di mattoni crudi e di costruzione in legno, entrambi decorati con disegni neri sul fondo naturale, sono stati trovati nei pressi del centro della collina. Si è tentati di associare con essi un frammento di tegola (9, a sinistra). ovviamente di un edificio a grande scala, trovato nella stessa area. Le sue implicazioni per le grandi dimensioni dell’edificio a cui apparteneva sono indicate per confronto con un frammento di una tegola comune accanto ad essa a destra. Il tempio e le sue dimensioni hanno carattere speculativo. Così anche, in modo ancora più tenuemente, è il pensiero di una associazione con esso di un frammento di una coppa attica, una κυλιξ (kylix), del primo quarto del 5° secolo a.C. (10), inciso retrogrado in graffito con un nome incompleto in greco. Il nome potrebbe essere ripristinato in diversi modi. Un restauro possibile è il nome del dio greco Dioniso, il dio del vino, e la coppa di cui faceva parte sarebbe potuta essere dedicata al nostro tempio. L’iscrizione è interessante, in ogni caso: per la scritta essa è un tardo esempio di utilizzo dello script (tipo di scrittura) arcaico delle colonie dell’Acaia nell’antica Grecia in questa zona d’Italia.
  Materiale di origine greca o prodotto sotto l’influenza greca degli anni successivi in Italia è molto più abbondante a Torre Mordillo. Si può con fiducia supporre che nel corso del 5° e 4° secolo a.C. il sito è diventato greco, non indigeno. Due frammenti, uno probabilmente di fabbricazione ateniese (11), che mostra un uomo seduto, e l’altro (12), sud-italiano, prodotto ad imitazione attica, sono entrambi degli ultimi anni del 5° secolo, anni successivi al momento in cui Thurii si era insediata. Un terzo (13), ancora sud-italiano, di un grande piatto aperto o a forma piatta, è del 4° secolo.
  I lavori di scavo a Torre Mordillo in questa stagione non hanno rivelato la struttura dei periodi finora contemplati, a parte tenui resti di una dei primi anni del millennio, anche se abbiamo scavato nel terreno vergine in quasi tutte le nostre trincee, sia estensivamente o con verifiche in loco. L’assenza di strutture di data iniziale nelle zone dove abbiamo scavato è evidentemente dovuto al livellamento dei primi accumuli sulla cima della collina per fornire una superficie regolare per la posa in opera di una nuova città nei primi anni del 3° secolo. In questo momento un muro della città è stato costruito. Lo scavo rispetto alla sua faccia interna e attraverso di esso mostrava, oltre alla prova della sua data, che un vialetto selciato forniva accesso ad essa e che era massiccio, da due a tre metri di spessore. Evidentemente in questo momento anche le strutture della nuova città sono state poste su un piano regolare, essendo l’allineamento principale degli edifici da nord-est a sud-ovest circa. Uno spazio aperto acciottolato nel centro della collina, che si stima essere almeno 50 per 70 metri di dimensione, era probabilmente la piazza o agorà del nuovo stabilimento. Materiale riferibile alla durata di vita breve della nuova città, all’interno del 3° secolo, è abbondante. Tre vasi di ceramica (14), bottiglie di profumo chiamate unguentari, sono tipiche del tempo, come lo sono anche un medaglione di ceramica a rilievo che mostra un satiro e una capra (15), e una testa in terracotta di una ragazza giovane (16). La nuova città, dal nostro attuale punto di vista, è pervenuta ad una fine violenta negli ultimi anni del 3° secolo. La violenza della sua scomparsa è stata ampiamente dimostrata nello scavo all’ingresso occidentale del sito, che rivelava un lungo tratto del vialetto selciato che presumibilmente serviva qui le mura della città. Palle di balista di pietra, le antiche palle di cannone, così come numerose punte di armi in ferro e bronzo, sono state trovate in abbondanza sulla pavimentazione e nel ripieno sopra di essa. Le palle di balista erano di due diversi tipi di pietra, uno forse per i difensori, uno per gli attaccanti, e per ciascun tipo di pietra erano rappresentate quattro misure differenti. La maggior parte delle monete del sito essendo di date anteriori alla fine del 3° secolo, siamo inclini a credere che la fine effettiva dell’esistenza della città è dovuto alle attività del invasore cartaginese Annibale negli anni molto tardi del secolo. Alcune monete di data successiva, scendono nel 1° secolo a.C., forse riferibili ad occasionali visite successive all’esposto sito di una città abbandonata.
  Gran parte della storia di Torre Mordillo come finora accertata ci indirizza a vicende di Thurii, compresa la sua esistenza ai tempi di Thurii e il suo carattere greco durante questi tempi. Una piombatura ufficiale (17), trovata vicino alla principale piazza pubblica del sito, iscritta con l’abbreviazione del nome di Thurii[1] e, probabilmente, un tempo apposta su un documento pubblico deperibile di quella città, fornisce un indizio ancora più convincente di un collegamento. Il nostro pensiero futuro sul sito farebbe bene a ospitare una speculazione tuttavia diversa, cioè che la stessa Thurii può trovarsi altrove, da qualche parte, come il suo predecessore spirituale Sibari, nella zona di pianura alluvionale, più vicina al mare, e che ciò che si ha qui non è la stessa Thurii ma forse, in modo ragionevole, in considerazione della sua posizione alla congiunzione di monti e pianura, un avamposto di frontiera del territorio che Thurii controllava. La presenza di una pianta di città del 3° secolo, invece di una del 5° secolo, non è del tutto contro l’identificazione di Torre Mordillo come Thurii, il cui strato della pianta precedente al 3° secolo potrebbe essere stato raso. Il fatto che un muro singolo, uno del 3 ° secolo, è apparso nella nostra trincea lungo tutto il sito e nessuna indicazione di uno dei 5°, è probabilmente più indicativo, invece, che il sito non è quello della città che cercavamo.
  Non sembra essere Thurii, la medesima. Potrebbe esserci, tuttavia, se è davvero un avamposto di frontiera della città, qualcosa di altrettanto buono, un luogo rapidamente fondato da persone di Thurii, che potrebbe dirci molte cose che vorremmo sapere proprio su Thurii e la sua vita e i suoi tempi. Qualora Thurii stessa giacerebbe, come Sibari, praticamente sotto un insuperabile strato di copertura di terreno alluvionale, il pensiero di Torre Mordillo come fonte alternativa di informazioni su Thurii sarebbe un benvenuto davvero.

Traduttore dall’inglese: ing. Domenico Nociti

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    [1]^In greco: "ΘΟΥΡΙΩΝ".
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